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al testo di Gil
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È l'ora buia il volto del tempo che disegna le sue ombre sul bianco vergine d'un destino quando gli anni maculano la luce con trepide oscurità di forme che rendono più incerti i passi in futuri ormai possibili solo in frammenti residui di memoria. Così la cronaca si trasforma im parola e la parola ancora in potenza evocativa che trasfigura l'accaduto in un evento di un altro destino possibile, tracce di uno sguardo ferito dalla debolezza di non trascendere il proprio esilio d'occhi. |
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